mercoledì 22 dicembre 2010

Terroni si nasce?



“Costruiamo una nuova Italia”, questo è il messaggio che Pino Aprile ha mandato, durante la presentazione del suo libro “Terroni” al Teatro Tosti di Castel di Sangro, agli alunni dei vari Istituti venuti all’appuntamento.
L’imminenza delle celebrazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia ha portato nelle nostre biblioteche decine di libri su questo argomento, tra questi quello che ha avuto più successo è proprio “Terroni”, per un motivo in particolare… Racconta una verità alquanto scomoda.
Non solo fratellanza e buoni propositi hanno mosso i piemontesi, ma anche un bisogno spasmodico di denaro, di cui il Regno delle Due Sicilie non era affatto sprovvisto.
Omicidi, furti, stupri, saccheggi, questa è la storia secondo Pino Aprile, una storia che il Nord da buon vincitore ha oscurato, continuando da allora a criticare i meridionali, ritenerli inferiori, dei banditi, niente di più, e forse anche qualche cosa di meno.
Il risultato di questo comportamento, soprattutto quando è stato assunto anche dai politici, ha portato all’enorme divario che c’è oggi, leggi e riforme che colpiscono solo in base alla locazione geografica, e disparità uniformi solo al varcare di una linea immaginaria che determina l’inizio della “Terronia”.
I grandi ideali di Mazzini sono stati utilizzati come copertura per poter mandare la feccia del Nord (i famosi mille), accompagnati da mercenari bulgari, alla conquista del Sud, istituendo per la prima volta, anni prima dei gulag russi o dei lager tedeschi, veri e propri campi di concentramento, i morti venivano sciolti nella calce viva quindi i dati sulle vittime sono molto approssimativi, ma si stimano oltre un milione di morti.
Questi “grandi eroi” hanno avuto i più alti meriti militari, non solo per aver lottato circa 12 anni contro “sporchi banditi”, ma anche per aver assassinato centinaia di migliaia di cittadini, aver distrutto centinaia di centri cittadini, come Venafro in Molise, e per aver portato avanti un genocidio che non ha avuto esito, dato che si parla ancora della questione meridionale.
Questo regime di terrore istituito dai nuovi padroni provocò il primo spopolamento del Sud, oltre 20 milioni di meridionali nei decenni seguenti l’unificazione emigrarono dal Mezzogiorno, e quando ciò venne dichiarato reato e impedito durante il fascismo, anche all’interno della stessa Italia, furono fermati con randelli e fucili.
Questi fattori, aggiunti alla chiusura dei più importanti stabilimenti industriali del Sud a causa della miopia del nuovo Stato nei loro confronti e all’incapacità dei politici, hanno portato al primo grado di subordinazione che in un secolo e mezzo non ha potuto fare altro che aumentare.
Ora, dopo essersi presi tutto, ci ritengono una palla al piede e vogliono la secessione… eh beh come biasimarli, dopotutto siamo “terun”.

                Francesco Belfiglio

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