mercoledì 22 dicembre 2010

L’amor che move ‘l sole e l’altre stelle

Era il 4 maggio 2010 quando è iniziata la mia emozionante avventura con la scuola estiva di Fisica e Scienze Naturali al laboratorio scientifico sotterraneo del Gran Sasso. Lo stage regionale, riservato ai venticinque ragazzi più bravi nell’area scientifica della classe terza superiore, consisteva in dodici ore di lezioni frontali, sessanta ore di attività laboratoriali e undici ore di seminari.
Il mio primo step è stata la prova d’ammissione, insieme ad altri cinque studenti del nostro istituto, presso il Liceo Scientifico “F.Masci” di Chieti, dove dovevo rispondere a cinquanta domande di Fisica, Matematica e Biologia. Dopo una settimana arriva il responso: ammessa! Non ci credevo… eppure era proprio vero. A quel punto l’entusiasmo aumentava, d’altra parte serpeggiava anche la sensazione di non essere all’altezza … quante paranoie!
Comunque il 14 giugno seguente sono partita per Assergi, paesino vicino L’Aquila e ho visto per la prima volta i così tanto rinomati laboratori. Lì il famoso fisico Antonino Zichichi (da un’idea del 1979) li fece costruire e, dopo dieci anni di idee e proposte astratte, quest’anno per la prima volta il progetto ha preso vita, dando luogo allo stage. Appena arrivata mi sono immediatamente imbattuta nei primi seminari e sin da subito ho capito che queste due settimane sarebbero state una full-immersion nella scienza, anzi, più esattamente un “ritiro spirituale”. Okay, sapevo che Assergi era un paese estremamente piccolo, ma non mi aspettavo che l’albergo fosse isolato anche da questo microscopico centro, infatti si trovava alla base delle funivie! Nessuna via d’uscita, solo io e la scienza!
Dopo aver seguito seminari tenuti da importanti professori universitari, come Umberto Villante, riguardanti il DNA ricombinante, le nanoscienze o le tempeste solari, si è passati alla pratica: la sperimentazione. È stato un continuo intreccio tra fascino e divertimento da far inarcar le ciglia. Siamo partiti dalla Fisica per poi dedicarci alla Biologia. E così mi sono ritrovata faccia a faccia con nomi ed esperienze che conoscevo grazie ai testi scolastici. Spinta da un’irrefrenabile curiosità, ma soprattutto armata di tanta pazienza, ho verificato proprio con i miei occhi, con le mie mani, con la mia mente ciò che avevo studiato: la legge di Hooke, Stevino, Boyle o la spinta di Archimede, i famosi Drosophila Melanogaster di Morgan, questa volta utilizzati non per studiare i meccanismi ereditari legati al cromosoma X , ma per dissezionarli.
Come cambia tutto quando procediamo oltre rispetto alla pagina del libro! Prende vita!
Queste ovviamente sono solo alcune delle tante cose che hanno fatto palpitare quelle mie due settimane. Certo, per comprendere appieno quegli argomenti e quelle emozioni, bisognerebbe che ognuno vivesse un’esperienza del genere in prima persona. Non basta un semplice elenco o una sterile relazione per raccontare tutto. Sì, potrei descrivere accuratamente ogni singolo esperimento fatto o seminario seguito, ma non riuscirei a comunicare una così grande quantità di emozioni ed esperienze.
So di essere tornata a casa più ricca, di essere già pronta per una nuova partenza, che ho acquisito un’importante esperienza che mi rende capace di capire quali siano veramente le mie passioni. Come fanno tanti miei coetanei a considerare questa materia noiosa e difficile?  Naturalmente abbiamo gusti ed inclinazioni diverse, per fortuna! Ma, siamo sicuri di stuzzicare sempre la nostra curiosità, armarci della necessaria determinazione e... mettere quell’indispensabile pizzico di fantasia ogni volta che ci mettiamo a studiare?

                Fabrizia Mininni

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